Wednesday, October 29, 2008

Arise Cliodynamics?

La Cliodynamics è una nuova (e interessante) disciplina in formazione, portata avanti prevalentemente dal prof. Peter Turchin della University of Connecticut, che tenta di verificare, attraverso modelli matematici e l'analisi di dati quantitativi, l'esistenza di regolarità della storia, con particolare attenzione all'ascesa e al declino dei grandi imperi. Con le parole di Turchin:

Cliodynamics (from Clio, the muse of history, and dynamics, the study of temporally varying processes) is the new transdisciplinary area of research at the intersection of historical macrosociology, economic history/cliometrics, mathematical modeling of long-term social processes, and the construction and analysis of historical databases. Mathematical approaches - modeling historical processes with differential equations or agent-based simulations; sophisticated statistical approaches to data analysis - are a key ingredient in the cliodynamic research program. But ultimately the aim is to discover general principles that explain the functioning and dynamics of actual historical societies.

Interessante tentativo quello di individuare le regolarità della storia, le "laws of history", in particolare se intese come utile strumento per l'elaborazione di global policies consapevoli per i nostri tempi complessi; tra l'altro questo filone si collega bene agli studi sulla complessità delle "dynamics of human behaviour", agli isomorfismi tra sistemi sociali e biologici-naturali e ai modelli sociologici di simulazione ad agenti, tutti quanti campi di studi che stanno acquisendo sempre più importanza e successo.

A mio avviso la filosofia di fondo della cliodynamics, la sua matrice storicista, ci obbliga ad alcune riflessioni critiche: quali sono i limiti della disciplina rispetto alle letture non-storiciste della storia, da Popper alla prospettiva epistemica di Foucault? In secondo luogo l'idea che la storia, in quanto esperimento non controllato, possa avere delle regolarità di natura "universale", valide in ogni tempo non mi pare totalmente convincente. Realisticamente la cliodinamica può prendere in considerazione, al massimo, il periodo che inizia con la "comparsa" dell'uomo per arrivare ai giorni nostri, un periodo molto breve rispetto a quello che risale a ritroso fino alla nascita del nostro pianeta, ma sopratutto non può inserire nel computo delle sue variabili i c.d. "cigni neri" (che oggi vanno molto di moda nella letteratura divulgativa), ovvero quelle situazioni di incertezza ontologica completamente imprevedibili e fuori addirittura dal campo della probabilità: la creazione di un governo mondiale democratico che ponga fine ai conflitti violenti ed inauguri un periodo di pacifica e sostenibile collaborazione fra tutti i popoli del mondo in che modo influenzerebbe le leggi della storia?

In ogni caso quelle appena fatte sono soltanto delle critiche di natura concettuale, che niente vogliono togliere allo scopo "scientifico" della cliodynamics, ovvero quello di rappresentare i path (i percorsi) evolutivi delle comunità umane, interpretando le nostre regole, i nostri rapporti sociali e di potere ed i nostri comportamenti come le componenti di un unico e grande sistema complesso.

Per concludere mi permetto di aggiungere che in realtà lo studio delle regolarità che guidano le dinamiche storiche di lungo periodo non è cosa del tutto nuova; la scuola macro-sociologica della longue durée di Braudel, Arrighi e Wallerstein utilizza come strumento d'analisi delle curve specifiche, le curve di Kondratie'v, per spiegare i ciclici cambiamenti che interessano il "sistema-mondo" capitalista (e quindi il periodo che parte, a seconda delle interpretazioni, dal XIV al XVI secolo). Il recentemente scomparso Andre Gunder Frank è riuscito ad andare addirittura oltre, estendendo questa metodologia ad un periodo molto più lungo, individuando tracce dei rapporti asimmetrici - costanti nel tempo - di dominazione e dipendenza fino all'egemonia orientale dei primi anni del II millennio e addirittura fino all'alba delle prime comunità umane organizzate.

1 comment:

  1. Lo sai che mi fai venire dei grossi complessi di inferiorità, maledetto? XD
    A parte questo, condivido le tue perplessità e le tue critiche,e mi peretto di aggiungere un ulteriore motivo di perplessità: la nostra conoscenza della storia, specialmente antica, non è affatto oggettiva né globale. Molti elementi ci rimangono sconosciuti e le testimonianze sono sempre parziali. Non per citare il banale adagio che "la storia la scrivono i vincitori"...però di fatto è così. Certo, la ricerca in campo storico e archeologico è molto avanzata, tuttavia resterà sempre la nostra prospettiva, anzi retrospettiva.
    Insomma,istintivamente diffido da questo genere di analisi.
    Sarà che nei momenti di crisi si cercano sempre leggi e regolarità, perché sono rassicuranti?
    Sarà che l'essere umano cerca di penetrare quelli che percepisce come misteri in qualche modo "divini" e la sfida al loro controllo è troppo forte.
    Però non mi convince.
    La presenza di determinati meccanismi causali (che in ogni caso restano strumenti esplicativi usati dall'esterno) non implica l'esistenza di leggi naturali.
    Poi magari mi sbaglio.

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