Monday, October 27, 2008

Introducendo "The Cocktail Economy"

Quando William Shakespeare affermava, attraverso le parole di Amleto, che "...ci sono più cose in cielo ed in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia...", aveva certamente ragione. La molteplicità di valori, incentivi, identità e percezioni che guidano l'agire degli uomini vanno al di là di qualsiasi tentativo di modellizzare, categorizzare o ridurre a semplice teoria. Ma allo stesso tempo capire questa molteplicità rappresenta la sfida più grande e affascinante per tutti coloro che cercano continuamente di "guardare il mondo con occhi nuovi" (il vero viaggio di scoperta, per Marcel Proust); ne nasce quella positiva tensione fra "il pessimismo della ragione" e "l'ottimismo della passione" che non potrà mai ridursi a favore di un contendente o dell'altro.

Nello spazio di questo blog cercherò da un lato di spiegare, con il pessimismo della ragione, il perchè di tanti fatti, idee e tendenze che rendono questo mondo un posto così interessante in cui vivere, mentre dall'altro proverò ad offrire la mia visione delle cose, una prospettiva che coniughi il pensiero e l'azione seguendo l'ottimismo della passione.

Perchè scegliere lo strano titolo "The Cocktail-Economy"? Prima di tutto perchè assomiglia al più famoso "The Long-tail economy", nella speranza di emulare un successo planetario. Ma il vero motivo è metaforico: provare ad analizzare i nostri giorni senza tenere ben presente il sistemico rapporto tra l'economia, il potere, l'identità, la cultura, la storia e la volontà politica significa sostanzialmente studiare qualcosa che non esiste affatto (ma questo gli economisti ancora non lo hanno capito del tutto...). Ognuna di queste dimensioni vive in relazione con le altre, in un complicato mix che, con un po' di ironia, potremmo definire cocktail.

Abba P. Lerner sosteneva che ogni transazione economica è in realtà un problema politico già risolto, e aveva ragione: sono le asimmetrie di potere, le appartenenze di gruppo, il contesto ambientale, le dinamiche delle istituzioni, del linguaggio e della cultura a creare le condizioni affinchè l'economia ci appaia in tutta la sua globalizzata evidenza. A mio avviso, il miglior modo per capire questa complessità emergente non è quello di separare uno ad uno tutti gli ingredienti, quanto piuttosto sedersi comodamente e gustare con attenzione, fantasia e creatività il cocktail che nasce dalla loro unione.

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